Marchiori: più tutele contro le occupazioni illegali e incentivi ai proprietari che ristrutturano

All’Assemblea plenaria del CESE, l’esponente italiano ha portato l’esempio virtuoso del Friuli Venezia Giulia, dove anche su input dell’UPPI la Regione stanzia contributi a fondo perduto per la ristrutturazione e la riqualificazione di immobili in disuso. Nella stessa seduta il Comitato ha approvato il parere sul Piano europeo per l’edilizia abitativa, che chiede un approccio coordinato a livello UE, più finanziamenti e il riconoscimento del diritto alla casa.

Alberto Marchiori rappresentante italiano del Comitato Economico e Sociale Europeo

BRUXELLES – Oltre a garantire il diritto all’alloggio per le fasce più svantaggiate, gli Stati membri dell’UE devono tutelare il diritto di proprietà e contrastare le occupazioni illegali.
È la posizione espressa da Alberto Marchiori, rappresentante italiano di Confcommercio al CESE ed esponente di primo piano dell’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari (UPPI), durante l’Assemblea plenaria svoltasi a Bruxelles, che nella stessa seduta ha anche approvato il parere CESE sul Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili. Il documento sollecita un’azione europea coordinata per aumentare gli investimenti, riformare le norme sugli aiuti di Stato e regolamentare gli affitti brevi, riconoscendo la casa come un diritto fondamentale.
Marchiori ha inoltre denunciato l’effetto “desertificante” degli affitti temporanei sul tessuto residenziale delle città. Come soluzione, ha indicato la necessità di incentivare i privati, veri attori del recupero del patrimonio edilizio. A supporto, ha citato le misure incentivanti attuate dalla Regione Friuli Venezia Giulia, fortemente volute dall’Assessore Cristina Amirante anche su sollecitazione dell’UPPI: bandi con contributi regionali a fondo perduto per la ristrutturazione e riqualificazione degli immobili inutilizzati, erogati con criteri premiali per le categorie economicamente deboli, i giovani, le famiglie numerose o con disabili e per i territori svantaggiati. 

La proprietà diffusa è una peculiare caratteristica del sistema Italia, con una percentuale di case di proprietà (73,4%) ben al di sopra della media europea. In Friuli Venezia Giulia questa percentuale sale addirittura al 77%. Tuttavia, questo vasto patrimonio, per lo più in mano a piccoli proprietari, rischia di restare inutilizzato a causa degli elevati costi di riqualificazione energetica e strutturale, come evidenziato dalla recente analisi statistica redatta dal Coordinamento Regionale UPPI del Friuli Venezia Giulia che stima in oltre 100.000 le unità ‘bloccate’ in regione.  

“Il privato – ha concluso Marchiori – non va condannato, ma aiutato, perché ha sopperito alle carenze delle istituzioni”.  Gli incentivi come quelli del FVG sono la strada maestra per liberare questo potenziale immobiliare in disuso e aumentare l’offerta abitativa senza consumare nuovo suolo. 

L'Assemblea del CESE a Bruxelles, il Comitato è un organo consultivo delle istituzioni europee composto da 329 membri in rappresentanza dei 27 paesi UE

 

 

Paese / Regione

 

Percentuale di abitazioni possedute in proprietà (%)

Romania

96 %

Spagna

76 %

Friuli Venezia Giulia

77 %

Italia

73,4 %

media europea (UE)

~  69 %

Francia

64 %

Austria

55 %

Danimarca

51 %

Germania

51 %

Svizzera

42 %

Il modello italiano, con una proprietà diffusa superiore alla media UE, rappresenta un punto di forza ma anche una sfida: migliaia di case ora in disuso (oltre 100.000 nel solo FVG), pur essendo di proprietà, necessitano di riqualificazione per tornare abitabili (Fonte: Elaborazione UPPI FVG su dati Eurostat e ISTAT)